Che agli Aram Quartet piacesse rischiare l'avevamo già capito l'anno scorso durante la finale di X Factor, quando hanno presentato sul palco di Rai 2 una controversa creazione del loro mentore Morgan dal titolo Who (Chi). La vittoria è arrivata, il successo no. A mesi di distanza, tuttavia, il gruppo pugliese non si arrende e pubblica un primo album di inediti, preceduto dal singolo di lancio "Il pericolo è il mio mestiere". Giusto per ribadire il concetto.
Eppure sembra che con questa canzone gli Aram abbiano rischiato ben poco. Archiviata senza troppi rimpianti la parentesi sperimentale, i quattro amici tornano alla più classica formazione dei gruppi vocali, con Antonio Maggio solista ed i restanti tre (il bravissimo Michele, Raffaele e l'altro Antonio) a far semplice presenza tra i cori di background.
Il brano, in definitiva, è orecchiabile. Ciò che manca, tuttavia, è ancora quella cifra distintiva che ci farebbe scegliere un prodotto Aram Quartet invece di un disco targato Sugarfree, piuttosto che Le Vibrazioni. Il prodotto è buono, sia chiaro, ma non troppo originale e soprattutto non troppo attuale: urge una nuova strada artistica per contendere le luci della ribalta alla cara Giusy.
Pollo croccante ai corn flakes
4 giorni fa
1 commento:
Non sono d'accordo col fatto che uno solo faccia il solista e gli altri solo i cori. Anche perchè ho ascoltato tutto il cd e devo dire che le canzoni sono molto diverse fra loro, sia negli arrangiamenti che nelle voci soliste... alla fine tutti e 4 hanno il loro spazio. Un cd ben fatto, con canzoni orecchiabili, un misto fra il brit-pop e la musica leggera italiana in cui spiccano le 4 voci di questi grandi artisti. Lo consiglio vivamente a chi non l'avesse ancora ascoltato.
Posta un commento