Da una puntata che vede Simona Ventura entrare in scena con un cigno (o una papera?!) impagliato sulla propria testa ci si poteva davvero aspettare di tutto e di più. Cosa dire, dunque, quando a metà della gara entra in scena una carichissima Loredana Berté che si siede tra i giudici ed inizia a sparare sentenze a vuoto sui vari cantanti in gara? Meravigliosa: tra una super-Simo con cappello da ornitologa trash, Morgan in versione "Il giro del mondo in 80 giorni" e Loredana con scalpo sanremese in testa, la più sobria sembra davvero Mara Maionchi. Il che è tutto dire.
Doppia canzone per ogni candidato, questa settimana: al termine della prima tornata di esibizioni, il pubblico deciderà il primo artista condannato al ballottaggio. Stesso procedimento al termine della seconda parte di gara, con eliminazione finale ad opera dei tre giudici. Si aprano dunque le danze.
Gli Aram Quartet, i più bravi, i più innovativi, i più intonati e, per tutto ciò, i più lodati, deludono clamorosamente. Il primo brano Good vibrations dei Beach Boys, ci resta del tutto indifferente: non serve a nulla il ballettino, tantomeno le camicie in stile hawaiano che si intravedono appena. Si possono però rifare con il pezzo italiano, la ben nota Figli delle stelle di Alan Sorrenti: riescono invece nell'impresa di peggiorare la situazione, scegliendo l'irritante via del falsetto incondizionato. Simona approva, sintomo di cattivo gusto. Voto: 6-.
Ilaria è invece impegnata in Fiori rosa, fiori di pesco, l'immortale canzone di Lucio Battisti. La Porceddu la reinterpreta in chiave femminile, condendo il tutto con l'ormai ben nota dose di melodramma che anche Morgan definisce "eccessiva". Nonostante ciò, il risultato è buono. Diverso il discorso per Time after time di Cindy Lauper: se la canzone può benissimo rientrare nello stile di Ilaria, la cantante ci dà l'ennesima conferma di aver bisogno urgenti ripetizioni di inglese. E ci scende una lacrimuccia ripensando alla pronuncia perfetta di Silvia. Voto: 7.
Scende in campo con un classico di Prince, Purple rain, il cantautore Emanuele. Perfetta la sua esibizione, nonostante una canotta troppo tamarra per essere vera che, tanto per cambiare, viene invece approvata da Miss Ventura. Ema sembra così avviato verso una salvezza quasi matematica: peccato per la seconda prova, dove Dabbono crolla inesorabilmente. Canta Libera nos a malo di Ligabue, una canzone già piuttosto piattina, che il rocker ha la terribile idea di corredare con un giretto promozionale tra il pubblico dello studio. Morgan sottolinea l'inadeguatezza del gesto. Voto: 6/7.
I Sei Ottavi ci deliziano questa volta con un medley (ma dai?!) dei Beatles, che sovrappone Black bird con I will. Come giustamente si fa notare in giuria, l'atmosfera sembra quella tipica delle canzoni natalizie: mentre tutti quanti si aspettano pandori e panettoni, però, il pubblico a casa coglie l'occasione per sbattere il gruppo in ballottaggio. Il secondo brano, un medley (toh, che novità!) delle canzoni di Battiato, sarà utilizzato come cavallo di battaglia per l'esibizione finale. Voto: 6.
Tocca dunque a "faccia che buca lo schermo" Tony. Baila morena di Zucchero è la prima prova: fallita, sotto ogni punto di vista. Il napoletano riprova la carta del graffiato artefatto della scorsa settimana infischiandosene del danno fisico che si auto-infligge alle corde vocali, e stavolta non convince nemmeno. Sarà per la sensualità pari a zero, sarà per il ritmo che non c'é, sarà per quella ballerina di colore trattata come un sacco di patate fastidioso. Un po' meglio va invece Master Blaster di Stevie Wonder, anche se le belle esibizioni restano un'altra cosa. Peccato. Voto: 5,5.
La piccola (in altezza) della compagnia, la cara Giuseppa detta Giusy, rivisita invece un grande classico come Che cosa c'è di Gino Paoli. Tanto ci piace la sua timbrica particolare, tanto dobbiamo essere onesti questa volta: pessima. Troppo fuori tempo, respiri incomprensibili, la voce che gracchia e quasi dà fastidio. Tutt'altro il risultato inglese, con History repeating di Shirley Bassey. Adattissima, sexy e ironica al contempo. E' questa la via giusta da intraprendere. Voto: 7-.
Grande rivelazione della settimana, i neo-entrati Cluster. Prima con Enjoy the silence dei Depeche Mode e poi con Il pescatore di De André, riescono a dare le migliori prove della serata, lasciando tutti quanti letteralmente a bocca aperta. Questi ragazzi hanno fascino, talento e sanno davvero come stare sul palco. Tutto studiato alla perfezione, coreografie comprese. La Berté osa criticare la loro firma artistica, gli scratch che fanno saltare la melodia della canzone: ragazzi miei, non ascoltatela. Quel piccolo vezzo stilistico non è altro che una lucidissima ciliegina su una succulenta torta. Voto:8/9.
Il televoto vede così i Sei Ottavi in ballottaggio con l'ultimo della seconda manche: Emanuele, ormai un abitué della suspance finale. Dopo le esibizioni finali, Sei Ottavi con il medley di Battiato e Dabbono con Knockin' on heaven's door, i giudici esprimono il proprio giudizio: tentano la baracconata televisiva Morgan e Simona, eliminando rispettivamente il concorrente della propria squadra, ma la decisione finale spetta, come spesso accade, alla Maionchi: fuori i Sei ottavi.
La conclusione della serata è tutta per Loredana Berté, che ci prova con un'edizione non censurata di Musica e parole, con tanto di messaggio anticlericale. La dichiarazione finale, però, lascia senza parole: "Matteo, ti sposo". E il mistero si infittisce: chi sarà mai questo malcapitato?
Filippo Piva
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