Per fare un disco non basta essere belle e famose. Non basta riarrangiare e ricantare vecchi pezzi, nemmeno se l'autore si chiama Tom Waits. E, per dirla tutta, non basta nemmeno arruolare un mito come David Bowie per fare i cori dietro al proprio ritornello. Avrebbe dovuto capirlo Scarlett Johansson prima di mettersi al lavoro per il suo primo (e probabilmente ultimo) album, Anywhere I lay my head, in uscita negli Stati Uniti il prossimo 20 maggio.
Il primo singolo, Falling down, è stato presentato in questi giorni, scatenando le critiche negative di tutte le principali riviste americane. Il brano, già di per sè molto lento, a tratti lagnoso, viene corredato con un video ancora più noioso della canzone stessa, privo di qualsiasi spunto artistico, che si limita a mostrarci Scarlett in macchina, in sala trucco e sul set di un qualche servizio fotografico. Il tentativo di darsi al canto della Johansson, almeno fin qui, sembra essere così fallito, confermando la regola secondo cui non si può passare con successo dal grande schermo al mondo della musica. A meno che non vi chiamiate Jennifer Lopez.
Filippo Piva
Nessun commento:
Posta un commento